LITERARY AND SCHOLARLY CORRESPONDENCE
Attribuira’ Vostra Signoria Illustrissima colla usata sua gentilezza a tutt'altro, che a mancanza di ossequio, o di premura in servisla, la mia tardanza in rispondere all'umanissima sua de’ 15 Dicembre. Per incamiminare aggiustatamente l'affare della Dedica delle concertate conclusioni, crederei necessario, o almeno assai opportuno, che Monsignore Vescovo ne scrivesse al Signore Cardinale Casali, esponendogli la propria premura di rimostrare a Sua Santità l'ossequiosa sua riconoscenza per tal Dedica, e pregandolo, come Superiore del Collegio, a supplicare sua Santità di volersi degnare di accettarla, e stimerei, che convenisse altresi acchiudere al Signore Cardinale medesimo una lettera di Monsignore a Sua Santità sullo stesso proposito, a sigillo alzato, onde possa il Signore Cardinale nell’atto di consegnare la lettera avvalorare l’'istanza colla sua efficacia. Si questo mio pensiere Vostra Signoria Illustrissima colla sua prudenza farà quel conto, e quell’uso, che stimerà conveniente: solamente la prego nel caso, che Monsignore Vescovo lo abbracci, voler sollecitare, avanzandosi ormai a gran passi il tempo di doverne essere positivamente sicuri, per fare i necessari preparativi. Dal giovane Signore Klimo le posso continuare con mio piacere ottimi e vantaggiosi riscontri, e il di lui Professore n’e’ pienamente contento: e posso assicurarla altresi, che dal Professore medesimo e assistivo con una indefessa attenzione, che (...) contribuire infinitamente al di lui profitto: Quanto al farmi mostrare da lui, come Vostra Signoria Illustrissima mi suggeriva, la lettera a lui scritta da Monsignore suo Zio, non l'ho risputato opportuno, dacche’, dopo di averla agli letta in presenza mia, e d’altri; il chiedergliela a leggere parrebbe diffidenza, e temerei, che non fosse per contribuir punto a quella reciproca fiducia tra lui, e noi altri, ch’e’ assai necessaria, al di lui profitto: e mi lusingo, che Vostra Signoria Illustrissima autorizzerà colla sua approvazione questa riflesso. Alla richiesta, che gentilmente mi fa Vostra Signoria Illustrissima per sapere quali cose io abbia stampato oltre le tre accenatemi, non posso rispondere, se non con notizie melanconiche. Lasciando di parlare degli Abbi de’ Martiri Domenicani nella Cina, che scritti in italiano dall’Eminentissimo Boxadors allora Assistente, di Spagna, io tradussi in latino; e di un commentario del Gregorio Lopez sull’Apocalissi, che a istanza del Postulatore della causa tradussi parimenti in latino, e che mi fu fatto il cattivo servizio di far istampare senza mia saputa sulle mie prime mimute, che non avevo anche rivedute; delle quali due traduzioni la prima e’ venale, la seconda è divenuta rara; lasciando, dico, di parlare di queste traduzioni, e di altre piccole cose, come lettere encicliche di vari argomenti pel mio Padre Generale, orazioni latine fatte per altri che erano in impegno di recitarle nella cappella Pontificia, e altre simili bagatelle; ho stampata in lingua italiana in due tomi in 8 D.nro una confutazione del libro di Monsignore Boutigni con cui pretese provare, che il fissare l'età per la professione religiosa appartenga alla potesta laica; della quale confutazione ch’è forse un po troppo prolissa per le persone di studio, ma si dovette scrivere cosi alla distesa per mettere la materia a portata delle persone, che non intendono il latino, ne’ sanno di teologia, ne’ di canonica (cioe’ a dire, a portata degli scioli) potra’ informarla il Padre Gazzaniga, le debbo dire, che per riffessi politici, o a meglio dire per panici timon non fu poi pubblicata, anzi non mi si è lasciata neppure la liberta’ di poterne dare qualche copia: nondimeno alcuni esemplari ne fono fuori, e uno di essi, che da persona l'autorità pote’ ottenersi, lo ha il Signore Cardinale Migazzi, da cui l’ha avuto in presito il Padre Gazzaniga, che lo ritiene attualmente. Ho parimenti scritto in latino un Votum sulla Costituzione fatta nella Dieta di Polonia del 1768. sullo stesso argumento dell’eta’ delle professioni, il qual Votum e’ un opuscolo distinto in tre capitoli, in cui con brevità ho trattata tutta la materia, e vi ho illustrate parecchie cose, che non avevo toccate nell’italiana: ma per le ragioni medesime, che impedirono la pubblicazione di quella stampata, non è stata stampata quest’altra, di cui, fuori del mio orginale, non vi è altro, che esemplare manoscritto, che ha voluto far fare a suo spese un valentuomo zelantissimo de diritti Ecclesiastici, per avere il privato piacere di aver quest’ opuscolo. Forse tra qualche mese daro’ alla luce un giudizio critico dei Principia juris publici Ecclesiastici di Febbronio; siccome pure ho in animo di fare à mio gusto un' corso d’Istituzioni canoniche, un corpo di dissertazioni sulle materie canoniche controvertite oggidi, e una critica del metodo moderno specialmente di Germania di trattar la canonica: ma per eseguir queste idee, che vogliono quiete, e ozio, bisognerebbe, che mi venisse fatto quello, che sinora ho tentato indarno, voglio dire diberarmi dalla briga della Scuola, molesta non meno al mio genio, che alla meschinissima mia salute. Ciudo col supplicarla di baciare [...] le mani [...]. Minerva Roma 15 Febr. 1777. Ermandomenico Cristianopulo
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Készült az MTA BTK "Lendület" Kutatócsoport keretében: Nyugat-magyarországi irodalom 1770–1820
Edited and published in the project "Lendület/Dynamism" Research Group of Research Centre for Humanities of Hungarian Academy of Sciences: Western Hungarian Literature 1770–1820