L’impegno, che per le premure fattemi replicatamente dal Padre Gazzaniga, io ho positivamente contratto di aver in modo particolare a cuore il profitto del giovane Signore Klimo, mi procaccia opportuna occasione di darmi l’onore di scrivere a Vostra Signoria Illustrissima.

Debbo dunque recare a sua notizia, essermi riuscito à grandissimo stento di ottenere, che il nuovo anno scolaftico già cominciato il medesimo Signore Klimo lo impieghi nel troppo necessario studio della Metafisica. Il giovane era stato sedotto, non so da chi, ne con qual fine (e dico di non saperlo, perche non ho finora potuto verificare i sospetti, che si ha motivo di concepire) ad avanzare positiva istanza al Signore Cardinale Casali di passare addirittura allo studio della Teologia; e poco manco, che nonostante tutte le mie rappresentanze in contrario, l’ottenesse di fatto.

Rilevai di proposito, e con energia, che à Monsignor Vescoro non importara nulla, che il giovane si trattenesse in Collegio un'anno più, o meno; ma che gli premeva bensi, ch'’esso studiasse una buona metafisica prima di entrare in Teologia, si per riguardo alle dottrine stesse metafisiche tanto necessarie in un secolo, in cui inonda il deismo, e il naturalismo, e si ancora in ordine alla Teologia, in cui o in nessun modo, o assai difficilmente può fare vantaggiosi progressi un giovane, che non sia prima bene istruito in una soda, e accurata metafisica. Sarebbono nondimeno riuscite inutili tutte le mie rappresentanze, ed io avrei mio malgrado dovuto soffire il rammarico di vedere storpiato il corso de di lui studi con un intempestivo passaggio alla Teologia, se il giovane stesso, al cui arbitrio stimarono i superiori di rimetter’ la determinazione, non avesse con una docilità, che mi ha edificato, volontariamente ceduto al solo mentovar, ch’io gli feci, le intenzioni di Monsignore, il quale io lo assicurai che quanto gradirebbe ch’ei studiasse quest’anno la metafisica, altrettanto avrebbe avuto a male l’inopportuno salto alla Teologia. Alle sole intenzioni di Monsignore, che in tale incontro io stimai di poter, e di dovere francamente spacciare, il buon giovane si rimise incontinente sul fatto stesso, e sacrificio’ prontamente all’ubbidienza tutta la voglia contraria, che le altrui insidiose suggestioni gli avean eccittato. Sono consolatissimo, che la cosa mi sia riuscita; e siccome ho stimato di doverne dar conto à Monsignore Vescovo per mezzo di Vostra Signoria Illustrissima, cosi crederei altresi opportunissimo, ch’ella à nome di Monsignore scrivendogli lo lodasse della risoluzione presa gli dicesse espressamente, che sarebbe dispiaciuto a Monsignore un somigliante intempestivo passaggio alla Teologia, e gli suggerise anzi di ringraziar me di essermivi opposto, onde sempreppiu si animi il buon giovane ad attenersi costantemente al consiglio di noi

spioni, altri, che bramiamo il dio lui

ascende profitto, laddove non sono punto

adattate al profitto de’ giovani

le mire delle persone, che suggeriscono loro di soppiatto altre idee, e altri sentimenti. Quando alle (...) conclusioni, debbo dirle, che il Signore Cardinale Casali per riflessi degni di lui ha determinato di non accettare nessuna dedica al suo nome. Ma su questo punto della disputa, a cui vi e’ tempo da pensare con posatezza, ce la intenderemo con comodo un’ altra volta o immediatamente o per mezzo del P. M. Gazzaniga. La supplico intanto de’miei umilissimi ossequi all’Illustrissimo e Reverendissimo Monsignore Vescovo, baciandogli divotamente le sacre mani per me [...]

Minerva Roma 16 Novembre 1776

Ermandomenico Cristanopolo