LITERARY AND SCHOLARLY CORRESPONDENCE
1710-1777 |
Iddio vi perdoni, caro Presule, che volete far ancor voi il tentatore. Non si puo vantar sinora veruno di cotesti tentatori, contuttoche molti vene siano stati, et di varie parti che s’ ingegnarono fortemente a vincermi, di avermi fatto soccombere, a si fatta tentazione. Neppure voi, caro Presule, ve l’immaginiate che saro’ si facile a lasciarmi indurre in si critiche circosanze. Io posso gloriarmi di non esser mai andato in cerca di pubblicar il mio nome, anzi di aver sempre fuggite con impegno simili occasioni. Onde per dirvela schiettamente, sono anche adesso molto alieno dall’accettar la dedica del Vostro trattato, che gia sta per uscir in istampa pertimor, che la vostra presenza, che godevamo a Cinque Chiese non generi qualche sospello. Aggiungete: che quel trattato non si stampera’ in qualche angolo del Friuli ma nell Augusta citta di Vienna, in faccia della loro Maesta’, e di tanti altri eruditi, de quali si pregia l’Universita’ di quella Dominante, Questa circostanza voi vedete quanto sia critica, non gia’ per rigguardo della vostra opera del di cui pregio sono con tutto il mondo persuaso, ma bensi per rigguardo del mio nome, il quale mi par che percio correria rischio di vari sospetti. Io fuggo con sollecitudine ogni ombra di ambizione ed affettazione, e chi tenta di eccitarmi sospetti di questi vizi, tocca le pupille de miei occhi. Non fa l’uopo, che mi spieghi piu chiaro: voi mi capite benissimo; in somma io non voglio cader in sospetto di voler salir piu alto. Ecco le circostanze, dalle quali sono pur troppo desideroso di andarne essento. Se pero in coscienza vostra credete, lontano ogni si fatto sospetto, anzi ogni ombra di sospetto, e che cio vostra per tornare a conto ed accrescimento della Nostra Santa Religione mi rimetto alla vosera circospezione, e per l’amor del publico, e per la singolar stima, che vi porto, accetto con tutto l’onore la dedica. Al Signor Praelato di S. Dorotea come pure al Signore Canonico de Stoch sono molto obbligato per i Loro sentimenti, che vi spiegarono, intorno alla mia persona: io sono di me stesso cosi pervaso, che quelle Loro proposizioni siano piuttosto effeti, della Loro bonta’, che prezzo del mio merito. Quello concerne i Signori Pazmaniti, mi riputero’ una fortuna di poter impiegar i miei uffici pel consegnimento de vostro intento. Dopo il mio arrivo a Presburgo, che sara verso li 10. di Giugno; faro tutto quello appositamente il Loro superiore, che vedro’ necessario e conducente all intento. Nel resto vi prego di volermi sempre bene, cui ho l’onor di professarmi. Cinque Chiese 25 Maggio 1766. [...] P. Petro Maria Gazzaniga Domenicano Professori Theologiae Viennae |
Készült az MTA BTK "Lendület" Kutatócsoport keretében: Nyugat-magyarországi irodalom 1770–1820
Edited and published in the project "Lendület/Dynamism" Research Group of Research Centre for Humanities of Hungarian Academy of Sciences: Western Hungarian Literature 1770–1820